Per Salvini e la Lega la priorità è l’autonomia ma non per la premier Meloni e il suo partito. Intanto scalpita anche Forza Italia.
Matteo Salvini incalza il suo pressing per l’autonomia. Ieri durante la presentazione a Milano dei candidati leghisti alle regionali in Lombardia di febbraio promette al pubblico l’autonomia entro quest’anno. «Dopo 30 anni di battaglie, grazie a un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, entro il 2023» arriverà l’autonomia. Ne è certo il segretario del Carroccio ma non sembra essere d’accordo la premier Giorgia Meloni per cui in agenda c’è prima il presidenzialismo.
Nonostante il leghista non sia preoccupato dagli screzi interni, le divisioni permangono. «Abbiamo una bellissima squadra in Consiglio dei ministri, abbiamo degli amici che a volte partono da presupposti differenti ma trovano sempre una sintesi comune», ha detto il vicepremier. Dopo le fibrillazioni del caro carburante e l’attacco sulle accise da parte di Forza Italia, arrivano nuove divisioni sull’autonomia. Lega e Forza Italia stringono Meloni in una morsa.
Scontri interni alla maggioranza
Lo scontro sull’autonomia avviene con un botta e risposta a distanza tra il ministro degli Esteri Tajani, numero due del partito di Berlusconi che ha dichiarato che l’Italia «non può essere divisa» e «non si può penalizzare il Sud», e il ministro delle Regioni il leghista Roberto Calderoli che conferma la sua storica battaglia e ribatte: «Non ci sono santi, io la riforma la porto avanti».
Il ministro ha poi continuato specificando che è il Parlamento “che si dà i suoi tempi non Tizio, Caio e Sempronio” relativamente ai tempi per l’approvazione della legge sull’autonomia. “Il tempo che verrà richiesto dalla Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica. Ragionevolmente una legge ordinaria di quelle dimensioni richiede un anno di esame del Parlamento” puntualizza il ministro dopo la scadenza data da Salvini entro la fine di quest’anno.
Nel frattempo, i malumori interni alla maggioranza non mancano. Berlusconi ha reclamato più spazio e più attenzioni mentre Tajani cerca di buttare acqua sul fuoco ribadendo il sostegno di Forza Italia e di Berlusconi a questo governo. Il fondatore del partito ha però ieri chiamato Meloni per gli auguri di buon compleanno e ne ha approfittato per chiedere “pari dignità” e le ha proposto un colloquio a quattro occhi per placare le tensioni.